LE PAROLE DEL SILENZIO: OGGI E’ UN BEL GIORNO FORTUNATO

La parola silenzio ora piace ora no. A seconda che rappresenti una tranquillità desiderata o un tacere ostinato. Comunque sia, il silenzio è importante.  A guardare il vocabolario, il significato immediato è: assenza di suoni e rumori. Assenza in attesa. Ogni vuoto, infatti, aspetta una creazione. Persino il cielo azzurro, terso e ampio, quale lo si può ammirare in queste luminose giornate di novembre, è pronto ad accogliere qualche nuvola in viaggio, per una breve sosta, per lasciare un messaggio e poi ripartire. I maestri orientali dicono che nel silenzio giungono pensieri, quali nubi. Vengono e vanno. E la mente li accoglie, senza giudizio.

kids-250844_640

A scuola il silenzio completa il suono, le voci, le spiegazioni, i dialoghi, le attività. Momento disteso prima di iniziare. Momento assorto in cui ci si mette in gioco. Nobile gesto di rispetto quando altri parlano. Verrebbe quasi da considerarlo uno strumento, un ponte, verso qualcosa di più importante. Invece ecco che appare nella sua natura autonoma, nella sua natura preziosa. La maestra chiede ai bambini di seconda il silenzio. Si apre il sipario:

Proviamo a rimanere in silenzio per un minuto, io avvio il cronometro.

Se volete potete anche chiudere gli occhi, provate a immaginare qualcosa di bello…

Sedetevi comodi e rimanete tranquilli…Vi faccio capire io quando è il momento di tornare con l’attenzione in classe.

Appena sentite il mio canto “ I’m the light “  cominciate pian piano ad aprire gli occhi.

Tutti sono riusciti a tener duro. Dal corridoio  venivano le voci della classe parallela che tornava dalla palestra; non si sono lasciati disturbare minimamente.

Cosa avete pensato durante questo minuto di silenzio?

-Tante belle cose sulla matematica che impareremo divertendoci.

– Mi è piaciuto rilassarmi, ho chiuso gli occhi e ho pensato di imparare tantissime cose sulla matematica.

– Ho pensato di parare un rigore di un’altra squadra.

– Ho pensato di fare un goal bellissimo a calcio.

– Ho pensato di essere una maestra.

– Ho pensato di fare goal, canestro, a basket.

– Ho pensato la stessa cosa di M., che faremo cose bellissime.

– Tantissimi numeri che si aprono insieme.

– Ho sognato che andavo in moto e facevo le acrobazie.

– Ho pensato di fare il percorso dei numeri.

– Ho pensato di andare in elicottero e all’acquario di Genova.

– Ho pensato di entrare dentro, nel mondo dei numeri.

– Ho pensato a una rosa che si apre con dentro tantissimi numeri.

– Ho pensato di tantissimi numeri del mondo della matematica e dopo ho sognato di andare sulla moto e di fare 40 gare.

– Ho pensato di stare con la mia mamma.

– Ho fatto surfing sui numeri.

– Ho pensato che la maestra ci aveva fatto un regalo del sole grandissimo, noi abbiamo ascoltato la maestra, abbiamo fatto tutto quello che diceva e dopo la maestra ci ha dato il regalo del premio.

-Tantissimi numeri che si aprono insieme.

– Ho immaginato di costruire un Lego e dopo quel Lego è diventato grosso, grossissimo e si muoveva.

– Ho pensato il numero uno che voleva un amico, ha trovato una pecora e ha detto: Tu sarai la pecora dei numeri!

– Ho pensato che oggi sia un bel giorno e un bel giorno anche molto fortunato.

Impossibile non ricordare Le nuvole di Fabrizio De Andrè. E’ bello, dopo queste voci bambine, riascoltare quelle parole. Qui:

E per chiudere con un sorriso, perché non ripescare un vecchio film muto. Un muto interpretato da Stanlio e Ollio nel 1929, anno che segna idealmente la chiusura del cinema senza sonoro. Il silenzio evidenzia le espressioni e la comicità di Stan Laurel e Oliver Hardy:

Immagine pixabay.com

Lascia un commento

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.